venerdì 26 ottobre 2007

La miniera dei sogni

La miniera dei sogni
è la mia casa

Voglio portarti

Voglio portarti
fino al mio paese
dove nessuno mi ama più
Sotto una pianta di glicini
dove dormono i passeri
cespugli di gelsomini
dove dormono le stelle
E sperare
che mi ascolterai
se ti parlerò di lupi

Ho paura di parlarti

Ho paura di parlarti
perchè il mio fiore
è nato sopra il gelo
Sogno la primavera
dei ghiacciai

Io non dovrei dirtelo

Io non dovrei dirtelo
ma ti amo
e mi dispiace soltanto
di non avere una mente
più grande
un cuore
più puro
un corpo più bello
e di non essere muto

Sto cercando

Sto cercando qualcosa
che non ci sia
nel mio passato
Le parole le ho dette tutte
le bugie
anche
Ho soltanto il tuo nome
e il coraggio
il resto l'avvenire
sei tu
prateria della mia luna

Sono passati mille anni

Sono passati mille anni
da ieri sera
stamattina piove
sulle ombre liquide
che non seppero amarsi
Piove sulla tua mano
cuore d'un sogno
piove sui nostri passi
in cerca di coraggio
sulla tua purezza
solare
sulle carezze
dell'aria pietrificata
piove sulla magia
dei tuoi capelli
del tuo cappotto
delle tue gambe
biondissimi
nerissimo
bellissime
sulle tue dita
sulle tue labbra
sulle parole che aspettavi
Stamattina sta piovendo
anche sulla mia maschera
e su tutti i mandorli
su tutti i nidi
tutte le nevi
tutti i ricordi
tutti i rimorsi

lunedì 22 ottobre 2007

Tristezza (estate 1946)

Bagnato 'l ciglio, prigionier vi scrivo
in questa val' d'esilio rilasciato
fallaci onde mi furo tutti, il fato
ai miei verd'anni sempre avverso, 'l rivo.

Scende copioso sun Spolezio schivo
bagnando 'l cor mio dolce fustigato
unitamente al desider pigiato
in esso triste seppur fu giulivo.

Ed alla sera triste, curvo, affranto
lascio la penna ed oltre i colli miro
cogli occhi tristi, lagrimosi in pianto

guardo oltre quelli, guardo e poi deliro
pensando a lo dolor ch'invano il canto:
chè la mia spem solo riman sospiro!
Spoleto, settembre 1946

MIO PADRE

Mio padre era bellissimo - un attore
di lui - parlo mai per gelosia
Identico a un pioniere - fiero e forte
la sua bontà però la nascondeva
come Gregory Peck in un western
Credeva in me - credette e lo delusi
il migliore di tutti e fui perdente
il migliore di tutti, io
il fallito
La morte mi negò l'ultimo sguardo
giurai patti di fuoco e di riscatto
nacqui Poeta da quel suo silenzio
Non ero giunto in tempo a rivederlo
a farmi dar - lui triste - del birbante
gli detti gioie solamente dopo.
Mi sento in colpa
ancora e fermo il tempo
che lui mi guarda come fosse allora:
stringiamo i denti e siamo un nodo solo!

A LUISA

C'era solo il telefono tra noi
il passero del tuo nome
e il mio ramo filibustiere
albeggiava il tuo amore
o il suo rossore
quando mi addebitavi i primi brividi?
(I cuori clandestini già foreste
di baci si scambiavano e di sogni)

Io ero te che eri la mia anima
e gli usignoli stavano a guardarci
Io ti stregavo con le mie mimose
e tu con gli occhi grandi e musicali
Io ero lo scoiattolo impazzito
della tua quercia - il re di mille fiabe
che a volte ti graffiava per fuggirti
e ritornare zingaro e (in)felice.

L'amore mio crudele e le bugie
che solo uno scorpione sa inventare
m'impediscono oggi un giuramento
deriso dalle tue triple trincee
ma in questo primo giorno di gennaio
(gennaio è un mese antico e troppo caro)
vorrei incontrarti ancora - amarti ancora
Se un giorno
ritroverete un nome
perso in un naufragio
portatelo alle bimbe
dei cancelli
Se un giorno vi chiederanno
di quel padre
che non fece ritorno
ditele che morì tre anni
prima
Se un giorno ritroverete un cuore
spaccato da un coltello
portatelo a colei
che non sa piangere

giovedì 11 ottobre 2007

Per Cinzia e Vittorio





Se metti il 7

Se metti il 7 al 22 vicino
mi si accendono gli occhi azzurri e verdi
le mani poi si allungano da sole
e un visibilio
illumina i vestiti

lunedì 8 ottobre 2007

Più il tempo passa

Più il tempo passa – più
sono Poeta
La gente guarda – giudica – condanna
la gente guarda giudica e mi stima
Il tempo brucia solo chi non vale

La Poesia

La POESIA non l’ho imparata a scuola
ma dai tagli e dai solchi della vita
dagli sputi e il disprezzo dei vincenti
che mi dissero Ma tu che campi a fare
senza casa né donne né denaro?
Paga piuttosto quello che ci devi!
Paga o altrimenti impiccati ch’è meglio!
La mia voce risponde ora all’insulto
di quei miseri ricchi anni sessanta
avidi miserabili e spietati
ricchi solo di soldi
che mi sbatterono l’uscio
sulla neve

Viverti

Viverti
ha nutrito
il buio

Ora mio padre

Ora mio padre
dorme
sotto nidi di allodole
nella nebbia
dei bambini

giovedì 4 ottobre 2007

A mio padre

Nella chitarra di mio padre
c'era l'Egitto e un sogno
Negli occhi di mio padre
c'era una fila di cammelli
e la vastità del deserto
brillava come una vastità
marina
Nel canto la nostalgia
delle piramidi
e delle lunghe ombre
l'avventura di un uomo
partito da un golfo
ai misteri del Nilo
Il suono della chitarra era duro
aspri gli accordi
singulti eccitati
della memoria
Mio padre
faraone esiliato
inseguiva
un galoppo stellare